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mercoledì 18 dicembre 2013

"IL FRUSCIO DELLE PAROLE MAI DETTE"

Antologia poetica ideata e curata da raffaella Amoruso
PER ACQUISTO: http://www.thewriter.it/index.php/l-intero-catalogo/l-intero-catalogo-3/item/126-amoruso6



Nota introduttiva

Nel silenzio della notte, s’ode solo il fruscio di parole mai dette. Parole che avremmo voluto pronunciare o sentire, ma che rimangono nell’anima e nel cuore.
La poesia ha la grande capacità di dare voce e rendere palesi le emozioni e le sensazioni che temiamo e cerchiamo di relegare nella nostra intimità.
La magia che scaturisce dall’incontro col verso è commozione e riappropriazione di noi stessi e nel contempo rielaborazione di sofferenze e fughe che hanno inaridito la nostra vita.
Sentire la poesia è la linfa che goccia dopo goccia dà senso al nostro essere qui ed ora. Ogni parola squarcia il velo che avvolge la paura di amare, che è paura di donarsi all’altro senza pretese, solo nella purezza del sentimento.
Liberarsi dalle corazze e dalle maschere che indossiamo nella quotidianità, questo è il poetico. Capire che lasciarsi andare nell’abbraccio è recuperare l’umano che è in noi. Oggi si è perso il piacere di condividere con gli altri, si è persa la fiducia nell’altro che viviamo come un invasore e un nemico della nostra privacy.
Le parole non dette pesano come macigni sulle coscienze e  spalancano le porte alle nevrosi, sempre più presenti nella nostra esistenza, che sfociano poi in aggressività.
La poesia resta baluardo con la sua capacità di svelare. Nelle poesie dell’antologia, una sorta di confessione, gli Autori hanno il coraggio di essere se stessi fino in fondo, di raccontarsi e di avvolgerci nel loro caldo abbraccio, andando controcorrente come solo i Poeti sanno fare.
Molti dei lettori s’immedesimeranno nei protagonisti delle liriche e probabilmente si renderanno conto che non è poi così male essere se stessi.


Fabio Amato



Pensiero critico

Sarà scontato, ma ciò che accomuna tutti gli autori è la fiducia nel verso poetico. Poesia che si declina in vari modi e da autore ad autore, ma rimane sempre un tramite verso un orizzonte più ampio: che sia l’interiorità umana o il cielo simbolo senza confini. Al di là della celebrazione del conforto che la Poesia riesce a dare, tutti gli autori si dimostrano tra di loro diversi, sia per i temi toccati, sia per la maniera di condurre il proprio discorso poetico. Raffaella Amoruso con i componimenti inseriti nella raccolta presenta un problema, l’aridità delle persone e del mondo, contro una soluzione, il sentimento autentico. In Superficialità viene detto: «Il cuore poi/ Giammai sarà compreso», ma nelle successive poesie è l’Amore a trionfare con un «Accompagnami sempre» in Sirena e i dolci e malinconici ricordi che questo sa lasciare in Due conchiglie. I versi di Umberto Barbera oscillano tra “il fuoco del caminetto di casa” e l’intimità della riflessione, che sia preghiera o pensiero. Gli affetti, persone o luoghi, identificano nella loro sicurezza il poeta: sono le radici, come Parco della Burcina e Ciao Pa’; mentre in Serata al Santuario d’Oropa e Immagina il pensiero, sia fine a se stesso sia rivolto verso il Divino, lascia senza parole, infatti i versi nel finale si accorciano e si interrompono con punti di sospensione.I componimenti di Grazia Favata che ci vengono presentati sono pervasi da uno stridente senso di irrequietezza. La vita diventa, parafrasando Schopenhauer, un pendolo che oscilla tra impegni cronometrici e noia; l’unico modo per fuggire è il sogno. La poetessa sembra essere conscia dello stato di illusione del sogno e scrive in modo lucido: «non ho speranze/ ho mille attese».Se Raffaella Amoruso presentava l’Amore come cura, Giulia Gabbia si concentra su di esso indagandone le sfumature. Nei versi qui proposti si va dal pentimento per Quello che non ti ho mai detto al «meschino viaggio» di «una donna senza illusione» in The flying of a butterfly. L’autrice però fugge dalla dura realtà con la scrittura, anche quella fine a se stessa, tant’è che dopo una notte passata a scrivere «Se poi sorge il sole/ getto tutto quello che ho scritto/ e ricomincio da capo».Anche Antonella Maria riflette sui rapporti, come in Piatti infranti e nella fiduciosa Sincronismi astrali. Colpisce e si ricollega al tema accennato all’inizio di celebrazione della poesia in Fiori di cappero la cui «umile essenza» propone «un celeste segnale».Sotto lo pseudonimo di Nemo oceano lontano si nasconde un poeta dell’Amore che tratta la materia con parole leggere e ingenuamente sincere: In silenzio ti amerò, Ho voglia di te sono titoli che rendono bene l’idea. Come Barbera offriva al lettore Ciao Pa’, Nemo offre Lettera a un figlio che si accorda anche sulle diffuse riflessioni sul ricordo che si ritrovano nei vari poeti dell’antologia.“Leggerezza” è ciò che viene in mente leggendo i versi di Ima Pasquadibisceglia. La scelta della brevitas nei componimenti viene praticamente spiegata dall’autrice stessa in Attimi d’eternità: «il definirsi dell'indefinito/ in una dimensione/ che racchiude l'infinito». Questa tensione stilistica è lo specchio dell’eternità che sgorga dalla poesia che ha raggiunto notevoli profondità dell’animo umano.Nei componimenti di Massimo Ronco si ritrova la dimensione immaginativa volta al “se”, al «libero pensiero», al Semmai. Da un lato l’immaginazione «oltre,/ sa guardare», dall’altro sa rievocare nel ricordo dopo che è terminato il tempo presente, come in Il mare solitario. La speranza pervade i versi di Davide Superbo, ma è un sentimento che si ricollega al tema della celebrazione del conforto che solo la Poesia sa dare. E’ grazie alle parole che anche una «giornata fredda/ e malinconica» sa proiettare «sopra le nuvole, alto/ nel cielo». E in Cuore questo  fiducia nella potenza delle parole diventa chiara: «Che poesia questa parola/ che scende dritta nel cuore». Infine Elena Versolatto al contrario di Superbo si affida alla Natura, che si fa specchio dei sentimenti dell’Io lirico. Ma, forse, “specchio” è riduttivo: certo, è anche questo, ma è anche altro, perché l’autrice si fonde con la Natura, come in Ho il sole nel cuore o in Sono coriandoli. In conclusione questa antologia come va letta? Di certo in un primo momento ci vuole una lettura, anche veloce, dei componimenti in ordine lineare. Ma dopo occorre tornare daccapo e riprendere la lettura. Non si leggerà però in modo solo lineare, anzi è da questa seconda lettura che le pagine offriranno tutta la loro fragranza: si leggerà inseguendo i temi, le parole chiave, anche i titoli; confrontando tra i diversi poeti come viene affrontato lo stesso motivo. Solo così questo libro verrà positivamente esaurito e le piccole biografie verranno integrate con ciò che davvero i dieci autori sono.

Luca V. Calcagno



 

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... E se ...

" ... E se distanze mentali ci sono e ci sono, orgogliosamente vado avanti, così come sempre ho fatto, donando il massimo di me in ogni occasione ... consapevole che le distanze mentali non si accorceranno, ma sicura, che altre anime, cocciute e determinate, al mio fianco troverò."
Raffaella Amoruso

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